Luoghi storici

Pomeano
Il vallone di Pramollo, stretto ed impervio, posto tra la val S. Martino e la val di Angrogna, durante le guerre di religione fu per i Valdesi della zona un rifugio sicuro. Nel 1686, durante l'eroica difesa di S. Germano, le truppe del generale Catinat riuscirono ad aggirare i trinceramenti del luogo (Lâ Baricadda) salendo le pendici del colle Laz Arâ dalla val S. Martino, che già si era arresa. I valligiani si erano rifugiati sulle alture di Pomeano, una vera roccaforte posta a 1003 m, ma furono lo stesso costretti alla resa. I soldati francesi incendiarono molti villaggi e uccisero donne e bambini. Durante la Resistenza, Pomeano divenne un luogo di rifugio per i partigiani, che qui avevano una loro base.

Scuole Beckwith
di Bosi, Bocchiardi, Ciaurenchi, Clotti, Pellenchi (Museo), Pomeano, Tornini.
Nel vallone di Pramollo, assai adatto alla guerra per bande, operava una formazione G .L. guidata da Giovanni Costantino e suddivisa in numerose squadre. La zona, data la sua posizione intermedia, divenne un nodo importante per i collegamenti tra la val Pellice e la val Germanasca e subì per questo motivo parecchi rastrellamenti ed incendi. Uno dei compiti prioritari affidato ai partigiani della zona era il sabotaggio alla linea tranviaria Pinerolo-Perosa, che trasportava principalmente operai e materiale della Riv di Villar Perosa.

Gardalin
(1250 m). Nel mese di giugno del '44 un gruppo di tedeschi, saliti verso Roccho Véllbo, sopra il Plan del Coulét, avvistarono un partigiano che, seppur ferito, riuscì a fuggire. Giunti ai Gardalin appiccarono il fuoco alle malghe credendo che fosse ivi nascosto.

Lâz Aira
(1200 m). In località Lâ Aira, nei pressi della borgata Ribetti, i tedeschi bruciarono alcune miande per rappresaglia. I partigiani erano riusciti a scappare grazie ad una staffetta che li aveva avvisati in tempo.

Ticioun
(1010 m). L'11 novembre 1944, in località Ticioun, un luogo ben nascosto e protetto dalle rocce a valle del villaggio di Pomeano, presso una baita costruita sotto una roccia e occupata dai partigiani, avvenne un duro scontro a colpi di bombe a mano tra un gruppo di partigiani e una trentina di nazifascisti, guidati probabilmente da una spia e da un partigiano prigioniero che portava le munizioni. Un civile venne ucciso lungo il percorso, cinque partigiani caddero sul posto, uno fu preso prigioniero e la baita fu incendiata.
Il luogo, che conserva ancora i ruderi della baita, è accessibile dalla Strada Provinciale in località Pellenchi seguendo a piedi un viottolo in discesa.

Roccho Clapìe
(1500 m). Monumento imponente sito sulla destra orografica del torrente Risagliardo, di fronte a Roccho Vëllho e punto di intersezione di tre itinerari.
Presenta su un'area di 24 mq oltre 700 incisioni di epoca differente: coppelle emisferiche raggruppate o disposte geometricamente, segni cruciformi, simboli solari, canaletti, asce, che fanno di questa roccia uno dei complessi monumentali più importanti delle Alpi Occidentali, studiato a fondo dal CeSMAP negli anni '70.

 

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